La vinotinto del beach soccer è pronta a stupire tutti

CARACAS – Palloni, colpi di tacco, rovesciate. Stavolta, però, sotto il solleone non ci saranno ciabatte usate come pali per delimitare le porte, bagnanti stesi sulla spiaggia da dribblare e bagnini che minacciano di sequestrare la palla. Sulla spiaggia di Marina di Ravenna infatti, arrivano da giovedì i mondiali di Beach Soccer.


Il ‘fútbol’ da spiaggia – che vanta il vessillo ufficiale della Fifa – da qualche anno è uscito dall’improvvisazione vacanziera ed è entrato a tutti gli effetti a far parte del calcio che conta. Ad aprire le danze del mondiale, ci sarà Joseph Blatter che non si è lasciato sfuggire la sterminata portata commerciale, ancora largamente inespressa, di uno sport spensierato e spettacolare che mette insieme mare e pallone: dal 2004 il beach soccer fa parte della grande famiglia.


L’edizione 2011 avrà un additivo in più che catturerà l’attenzione di tutti i tifosi italo-venezuelani: oltre alla nazionale azzurra, infatti, scenderà sulla sabbia di Ravenna la vinotinto. La nazionale ‘criolla’ è allenata dal piemontese Roberto Cavallo, ex stella del Deportivo Italia, del Caracas e della vinotinto.


Atterrata nei giorni scorsi all’aeroporto internazionale ‘Simón Bolívar’ procedente da Rio de Janeiro (dove si sono disputate le qualificazioni per il mondiale), la nazionale venezuelana di beach soccer è stata ricevuta dai fans con festeggiamenti in grande stile. Lo storico terzo posto ottenuto in Brasile, è valso alla nazionale allenata da Cavallo il pass per il mondiale. Nelle qualificazioni Conmebol per la competizione iridata di Ravenna il Venezuela è stato superato soltando dai colossi Brasile ed Argentina.


“Quando siamo tornati da Rio de Janeiro erano passate appena due settimane dalla conclusione della storica Coppa America disputata dal Venezuela, la gioia dei tifosi era una cosa indescrivibile” commenta Roby Cavallo, commissario tecnico della nazionale di beach soccer. “Siamo rimasti sorpresi dal ricevimento che ci hanno fatto al nostro arrivo, io ho parlato con i miei giocatori per farli mantenere con i piedi per terra dato che non erano abituati a questo tipo di emozioni” afferma il tecnico italo-venezuelano.


Un boom nato tredici anni fa


La nazionale venezuelana di beach soccer ha iniziato la sua ascesa circa 13 anni fa, allora Cavallo era giocatore.


Attualmente, nessuno può permettersi di dire che il calcio venezuelano sia una sorpresa, bensì è il frutto di anni di arduo lavoro che adesso stanno dando i giusti risultati.


“Tutto è iniziato nel 1998, durante la Ecosport che si è svolta a Caracas. Lì ho incontrato Tomás Coppola, che aveva assistito al mondiale svoltosi in Brasile. Durante l’evento abbiamo deciso di organizzare una partita di esibizione di beach soccer. Hanno giocato calciatori ancora in attività e altri già ritiratisi dal mondo del pallone, tra cui José Manuel Rey e Gaby Miranda” ricorda Cavallo.


Nel 2000 il calcio sulla sabbia è stato riconosciuto dalla Fifa e sono stati organizzati i primi campionati a livello nazionale ed internazionale. Sebbene si trattasse di uno sport praticato già da molto tempo, le sue regole sono state fissate solo nel 1992, con la fondazione dell’organismo di governo Beach Soccer Worldwide.
In principio questo sport era praticato da diversi ex calciatori: in Italia, per fare un esempio a noi vicino, tra i tanti campioni che hanno contribuito al lancio di questo sport è doveroso ricordare Mauro Bellugi, per anni allenatore della nazionale Italiana di Beach Soccer, ed i giocatori Giuseppe Baresi, Stefano Tacconi, Riccardo Pazzagli (appena scomparso), Claudio Gentile, Riccardo Ferri, Pietro Vierchowod e Maurizio Ganz.
Con la Nazionale Roberto Cavallo ha partecipato nel 2000 al mondiale (allora non era ancora targato Fifa) arrivando in quinta posizione. Da segnalare che il Venezuela ha battuto la Francia che allora annoverava tra le sue fila Eric Cantona. Con la vinotinto, come calciatore, Cavallo ha giocato fino al 2006, nel 2008 ne è diventato l’allenatore.


Quando chiediamo al mister come promuoverebbe questo sport in Venezuela, ci risponde:
“Il beach soccer è uno sport che si promuove da solo, è questione di associarlo al turismo. In Venezuela abbiamo il vantaggio che ci sono moltissime spiaggie e che le condizioni meteo sono favorevoli i 365 giorni dell’anno”.


I ragazzi di Cavallo esordiranno venerdì alle 10.30 (ora di Caracas) contro il Tahití, poi incontreranno la Nigeria (domenica alle 10.30) e la Russia (martedì, 10.30).


La vinotinto del pallone ha ottenuto il primo pass di qualificazione per un mondiale nel 2009 (57 anni dopo esser entrata nella Fifa): allora a raggiungere lo storico accesso al torneo iridato, che si disputò in Egitto, fu la nazionale Under 20. Poi nel 2010 è stato il turno delle ragazze dell’Under 17 per la manifestazione di Trinidad & Tobago, adesso è il turno della squadra di Beach Soccer. I tifosi venezuelani sognano di mantenere questa scia positiva anche per il prossimo mondiale, quello di maggior caratura: Brasile 2014. Ma adesso è giunto per noi il momento di concentrarsi sui “ragazzi della sabbia”, di fare il tifo per loro manifestando la fiducia dovuta ad un Cavallo di razza.